COLLATERAL BEAUTY: ELABORARE IL LUTTO
REGIA
E ANNO
David
Frankel, 2016
FOTOGRAFIA
Maryse
Alberti
INTERPRETI
Will Smith; Edward Norton; Kate Winslet; Michael Peña;
Keira Knightley; Helen Mirren; Jacob Latimore; Naomie Harris; Ann Dowd; Kylie
Rogers; Mary Beth Peil; Liza Colón-Zayas; Michael Cumpsty
TRAMA
Howard,
manager e pubblicitario newyorkese paralizzato dal dolore per la morte della
figlia di sei anni, perde ogni interesse per la vita che conduceva. Sempre più
solo e senza contatti con gli altri, la sua unica forma di comunicazione sono
le lettere accusatorie ed arrabbiate che scrive all’Amore, al Tempo e alla
Morte, nella speranza di trovare dall’universo le risposte ai più profondi
interrogativi umani.
Quando
le sue annotazioni ricevono risposte inaspettate e personali, inizia a
comprendere come ogni vicenda nasconda in sé significati nascosti.
Accanto
al protagonista, i colleghi, da sempre una seconda famiglia per un uomo in
carriera come Howard: Whit, il fedele braccio destro; Claire, la saggia
amministratrice e Simon, il generoso consulente generale della compagnia.
Sinceramente preoccupati per il capo e amico, cercano disperatamente di
stabilire un contatto con lui ed escogitano un piano drastico per spingerlo al
limite, per il suo bene e per quello della compagnia.
ANALISI
DEL FILM
Howard
è un uomo di successo e la sua azienda non ha eguali. La fama lo porta troppo
spesso a dimenticarsi della sua famiglia e in particolare della sua bambina,
che viene strappata alla vita troppo presto.
La
sua perdita getta Howard nello sconforto. Le giornate scorrono tutte uguali:
vive in una casa vuota, dimentica i pasti, vaga senza una meta apparente alla
continua ricerca di qualcosa che lo leghi ancora alla sua piccola. Oltre a non
capacitarsi della sua morte, il dolore della perdita lo porta ad un profondo
isolamento: cancella dalla sua vita la moglie, gli amici e l’azienda, mandando
in fumo anni di duro lavoro e lasciando andare i suoi collaboratori alla
deriva.
Nel
comportamento del protagonista si concentrano tutte le conseguenze di lutto non
elaborato: la perdita della famiglia, degli amici e del lavoro.
Gli
amici cercano in ogni modo di farlo “tornare in sé”, ma, senza capire il suo
dolore, pensano principalmente a salvare il lavoro, credendo che un giorno
anche Howard condividerà questa loro scelta. Proprio perché ogni persona vive
la perdita in modo unico, è spesso difficile descrivere e raccontare quello che
sta accadendo dentro di sé a coloro che ci circondano e vogliono bene. Questo
le porta ad improvvisare e spesso a sbagliare, aumentando il senso di
inadeguatezza, di solitudine e disagio della persona in lutto.
La possibilità di perdere il lavoro
rimane per Simon, Claire e Whit l’unico appiglio al presente e i diversivi
messi in atto dagli amici per farlo credere pazzo e ottenere il controllo
dell’azienda, portano pian piano Howard alla vita. L’entrata in scena delle tre
figure, Amore, Tempo e Morte, rappresentano quelli che possono essere definiti
i tre punti cardine della vita di ogni uomo: la continua ricerca dell’Amore, il
lamentarsi e richiedere sempre maggior Tempo e le azioni messe in atto per
scongiurare la Morte. I colori delle tre figure, rosso (Amore), argento (Tempo)
e blu (Morte), spiccano sui colori cupi che predominano durante la storia. Gli
unici elementi di spicco, oltre ad esse, sono le tessere del domino, sinonimo
della vitalità della figlia. Particolari degni di nota che rimangono impressi
fino alla fine della visione.
Dialogando con la Morte Howard scopre il
grande dono di una seconda possibilità. Il Tempo gli permette di capire il
grande regalo di un nuovo giorno: la percezione dello scorrere del tempo è,
infatti, soggettiva e dipende dalle attività che vengono svolte, dallo stato
d’animo in cui ci troviamo e dalle sensazioni che siamo disposti a percepire.
Infine, l’Amore, rappresentato come una donna spesso fragile e incline al farsi
travolgere dalle emozioni, aiuta il protagonista a capire che non si può
smettere di amare, perché questo sentimento è ovunque, dentro gli oggetti, le
persone che incontriamo, i luoghi che visitiamo, ma anche dentro il dolore per
la perdita, perché vive nel suo ricordo.
Altri
tipi di perdite si intrecciano, però, nella trama.
Whit
vive la rottura del rapporto con la sua bambina, arrendendosi alle sue volontà
senza combattere per ottenere quello che più desidera, ma scaricando tutta la
sua rabbia nel lavoro e contro Howard.
Claire
combatte contro l’angoscia del passare del tempo, dell’età che avanza e di quel
figlio mai nato, per cui non c’era mai un momento giusto e che ora rischia di
rimanere solamente un sogno nel cassetto.
Simon si chiude nel silenzio per
proteggere la sua famiglia da quel male incurabile che è tornato, ma allo
stesso tempo si trova a combattere contro il silenzio delle persone che gli
vogliono bene che, pur avendo percepito questo sgradito ritorno, preferiscono
tacere nella convinzione che Simon ne sia all’oscuro.
Si crea così un circolo vizioso in cui il
silenzio e il dolore dividono, corrodono e rovinano i rapporti fino a quando
non arriva il momento del “risveglio”, delle parole spesso taciute per egoismo
o protezione. Sono proprio le parole che permettono l’elaborazione delle
perdite, come chiusura di un cerchio e ripartenza per un nuovo inizio, rendendo
“futili” le azioni attuate in precedenza. Ogni perdita ha, dunque, un suo tempo
che varia da persona a persona, da situazione a situazione.
Il
tema della morte e dell’elaborazione delle perdite rimane ancora un tabù per
l’attuale società moderna e sicuramente non bastano novanta minuti per
affrontare un argomento così delicato, ma questo film resta comunque un ottimo
punto di partenza per un futuro di prevenzione e dialogo.
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