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Visualizzazione dei post da febbraio, 2017

Gli stereotipi nel 21esimo secolo

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Maschio o Femmina? Attualmente alcuni studi hanno riscontrato che permane una preferenza notevole per un nascituro maschio rispetto ad una femmina. Un sondaggio Gallup ha rilevato che, data un’ipotetica scelta del sesso del bambino, la percentuale presenta un margine dal 40% al 28% a favore dei maschi. Una ricerca simile era stata svolta nel 1947, rivelando che, nonostante l’aumento del femminismo, la parità nella percezione delle retribuzioni e l’ampliarsi del fenomeno delle Girl Band, il mondo sta andando incontro a tassi di sessismo in continuo aumento, e, ad oggi, i risultati non sono cambiati. Questa tendenza è stata riscontrata maggiormente negli uomini, mentre nelle donne è presente solo una leggera preferenza per la figlia femmina. Ma cosa possiamo trarre da questi risultati? Per alcuni essi indicano un crescente squilibrio nel rapporto tra maschi e femmine: infatti, i primi sono in percentuale maggiore, per quanto riguarda le nascite in particolare nei paesi

Neonati alle prese con gli stereotipi di genere

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ROSA  o  BLU ? ! ? Il processo che porterà i nuovi nati a conformarsi alle stereotipie di genere inizia prestissimo, fin dal colore del corredo che viene preparato per il nascituro: visto che inizialmente non si conosce il sesso del bambino si acquistano accessori con colori ritenuti adatti ad entrambi i sessi, escludendo in modo assoluto il rosa, considerato prettamente femminile.  A discapito di quanto si possa pensare, l’uso dei colori celeste e rosa per i due sessi è un’invenzione dei primi anni del ‘900: fu una levatrice bolognese che introdusse l’uso del fiocco colorato nel 1929.  La stanza di un maschio viene arredata in modo più rigoroso, rispetto alla delicatezza che regna in quella femminile: prima che il bambino mostri il suo comportamento ci si sente in dovere di contrassegnarlo con un colore e un simbolo precisi e prestabiliti, e ciò dimostra che gli individui sono molto più coscienti di quanto ne siano consapevoli, che il sesso non sia determinato un

La maschera dell'uomo nella società

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"Non sono quello che dovrei essere e neanche quello che ho intenzione di essere, però non sono quello che ero prima."  (Erikson) Oggigiorno risulta più difficile essere che apparire, in particolare nelle situazioni pubbliche. Ognuno di noi, anche se inconsciamente, è condizionato dal mondo esterno e deve adattarsi a varie situazioni. La società costruisce una specie di trappola in cui l’individuo non può esprimere il proprio IO, trovandosi in un ambiente costrittivo. Si cerca, così, rifugio in miti irraggiungibili, creando attorno a se un mondo di fantasia, che permette di sognare l’impossibile ed essere una persona diversa da quella che si è. E’ difficile mostrarsi agli altri per quello che siamo, perché nemmeno noi stessi riusciamo a capirlo. La televisione, usando immagini per proporti la realtà, è più propensa ad ingannare i telespettatori mostrando personaggi difficili da raggiungere. Non potendo soddisfare quest’aspirazione immaginaria, l’uomo si accontenta

Raggiungere il benessere combattendo lo stress

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Quanta fretta...ma dove corri? Dove vai?      "Sono in ritardo", "che ore sono?", "è davvero tardi", "non riuscirò mai a fare tutto"... Chi non si trova a pronunciare una di queste frasi almeno una volta al giorno? Nella società di oggi siamo in continua apprensione per il tempo che scorre, con la paura di essere continuamente in ritardo e la conseguente sensazione di essere continuamente sotto pressione. Nel linguaggio comune però, molto spesso, il termine “ stress ” viene utilizzato in modo improprio e confuso con la percezione di uno “stressor”: con il primo si'intende la risposta del nostro organismo allo stimolo stressante, mentre lo stressor definisce una situazione-stimolo qualsiasi che può accedere, sia essa positiva o negativa. La reazione che costituisce lo stress investe tutto l’organismo ed è estremamente utile perché favorisce l’ adattamento della persona agli improvvisi avvenimenti negativi, contri

Chi sono

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Dr.ssa Marianna Martini     Sono nata a Cuneo il 13/08/1991. Sono Psicologa, laureata in Psicologia Cognitivo Applicata presso l'Università degli Studi di Padova con una tesi dal titolo "Percorsi di umanizzazione delle cure agli anziani nei contesti di emergenza-urgenza" ed  iscritta all'Ordine degli Psicologi del Veneto, albo A n 10172. Sono referente del progetto di Telefono Azzurro nelle scuole per il gruppo di Padova, dove svolgiamo laboratori sull'uso consapevole di internet e sul bullismo e volontaria dell'associazione De Leo Fund Onlus, a sostegno dei sopravvissuti alle vittime di morte violenta. Con alcuni validi colleghi ho pubblicato un Ebook dal titolo "Un fiore che sboccia - le basi scientifiche dell'educazione all'affettività e alla sessualità" per combattere l'infondatezza dell'inesistente teoria gender. A novembre 2016 ho pubblicato un capitolo all'interno del libro, a cura di Pietro Piumetti