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Visualizzazione dei post da 2017

COLLATERAL BEAUTY: ELABORARE IL LUTTO

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REGIA E ANNO David Frankel, 2016 FOTOGRAFIA Maryse Alberti INTERPRETI Will Smith; Edward Norton; Kate Winslet; Michael Peña; Keira Knightley; Helen Mirren; Jacob Latimore; Naomie Harris; Ann Dowd; Kylie Rogers; Mary Beth Peil; Liza Colón-Zayas; Michael Cumpsty TRAMA Howard, manager e pubblicitario newyorkese paralizzato dal dolore per la morte della figlia di sei anni, perde ogni interesse per la vita che conduceva. Sempre più solo e senza contatti con gli altri, la sua unica forma di comunicazione sono le lettere accusatorie ed arrabbiate che scrive all’Amore, al Tempo e alla Morte, nella speranza di trovare dall’universo le risposte ai più profondi interrogativi umani. Quando le sue annotazioni ricevono risposte inaspettate e personali, inizia a comprendere come ogni vicenda nasconda in sé significati nascosti. Accanto al protagonista, i colleghi, da sempre una seconda famiglia per un uomo in carriera come Howard: Whit, il fedele braccio destro; Cl

Il cinema nell'elaborazione del lutto per malattia

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"Se la morte fosse un vivere quieto, un bel lasciarsi andare, un’acqua purissima e delicata o deliberazione di un ventre, io mi sarei già uccisa. Ma poiché la morte è muraglia, dolore, ostinazione violenta, io magicamente resisto. Che tu mi copra di insulti, di pedate, di baci, di abbandoni, che tu mi lasci e poi ritorni senza un perché o senza variare di senso nel largo delle mie ginocchia, a me non importa perché tu mi fai vivere, perché mi ripari da quel gorgo di inaudita dolcezza, da quel miele tumefatto e impreciso che è la morte di ogni poeta." - Elogio alla morte - Alda Merini Per una buona gestione ed elaborazione del lutto potrebbero rivelarsi fattori essenziali una comunicazione e una condivisione chiara, sincera e libera del proprio dolore. Il sentirsi supportati da persone che affrontano le stesse emozioni negative offre alla persona non solo la sensazione di poter essere più capita per ciò che sta provando, ma anche

Il cinema nell'elaborazione del lutto violento

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"Non ti credo  ma c'è chi giura che esisti,  forse non ti so cercare  o rassegnarmi a cadere  e tu giochi a nasconderti  non ti fai trovare,  sembriamo  due strani innamorati  ma io ti sento  qui alle mie spalle,  a volte mi sento toccare." - Salvatore Toma Quad. IXI, 12 La morte improvvisa e` una morte inaspettata. Una perdita inaspettata e violenta sconvolge profondamente le certezze fondamentali della persona colpita, intaccando spesso il suo senso di sicurezza e di fiducia nel futuro.  Il mondo può apparire imprevedibile e minaccioso, la vita senza la persona cara può sembrare difficile da affrontare e ci si può sentire soli nel proprio dolore. Per loro stessa definizione, le morti improvvise accadono  più frequentemente tra i bambini,  i giovani e gli adulti sani di mezz’età. Per questo motivo è di fondamentale importanza ricevere un supporto emoti vo, da parte dei familiari, degli amici, dei professionisti ma anche dei pari,

Oltre il dolore

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"Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato" - Murakami Haruki, Kafka sulla spiaggia Il lutto è una dolorosa esperienza di separazione che richiede tempo e fatica per permettere di ritrovare gradualmente un diverso equilibrio e un nuovo significato per la propria vita, come una ferita che ha bisogno di tempo per guarire. Oggi si pone l'accento sul come la persona in lutto sia divisa tra l'affrontare la perdita e l'eludere le cose che la ricordano, e come questa ambivalenza sia un modo per affrontare la perdita stessa. Le esperienze quotidiane, quindi, oscillano tra sentimenti e pensieri orientati alla perdita e un ritorno alla vita possibile solo attraverso la capacità di evitare ogni ricordo della persona scompa

Il gioco nei bambini

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Nel bambino la tendenza a giocare è innata, ma il modo in cui lo fa, gli strumenti che usa, il luogo in cui si esprime sono culturalmente determinati, tramandati da generazione in generazione. Gli adulti spesso affermano che il bambino è “libero” di scegliere con cosa giocare, ma inconsciamente omettono che questa scelta avviene in un campo limitato. Nei giocattoli la differenziazione sessuale viene espressa in modo evidente nel mondo del commercio, dove vengono nettamente divisi giochi per maschi e per femmine.  Le stereotipie di genere appaiono fin dai primi mesi quando al bambino vengono regalati i primi sonaglini, dentaruoli o oggettini che sono catalogati in base al sesso, fino ad ampliarsi con i primi pupazzetti: le bamboline hanno un aspetto indubbiamente femminile e sono riservate alle bambine, mentre gli animaletti vengono donati prettamente ai maschietti, dato che la bambola viene vietata quasi subito. Mentre il maschietto viene lasciato libero di giocare come crede

Gli stereotipi nel 21esimo secolo

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Maschio o Femmina? Attualmente alcuni studi hanno riscontrato che permane una preferenza notevole per un nascituro maschio rispetto ad una femmina. Un sondaggio Gallup ha rilevato che, data un’ipotetica scelta del sesso del bambino, la percentuale presenta un margine dal 40% al 28% a favore dei maschi. Una ricerca simile era stata svolta nel 1947, rivelando che, nonostante l’aumento del femminismo, la parità nella percezione delle retribuzioni e l’ampliarsi del fenomeno delle Girl Band, il mondo sta andando incontro a tassi di sessismo in continuo aumento, e, ad oggi, i risultati non sono cambiati. Questa tendenza è stata riscontrata maggiormente negli uomini, mentre nelle donne è presente solo una leggera preferenza per la figlia femmina. Ma cosa possiamo trarre da questi risultati? Per alcuni essi indicano un crescente squilibrio nel rapporto tra maschi e femmine: infatti, i primi sono in percentuale maggiore, per quanto riguarda le nascite in particolare nei paesi

Neonati alle prese con gli stereotipi di genere

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ROSA  o  BLU ? ! ? Il processo che porterà i nuovi nati a conformarsi alle stereotipie di genere inizia prestissimo, fin dal colore del corredo che viene preparato per il nascituro: visto che inizialmente non si conosce il sesso del bambino si acquistano accessori con colori ritenuti adatti ad entrambi i sessi, escludendo in modo assoluto il rosa, considerato prettamente femminile.  A discapito di quanto si possa pensare, l’uso dei colori celeste e rosa per i due sessi è un’invenzione dei primi anni del ‘900: fu una levatrice bolognese che introdusse l’uso del fiocco colorato nel 1929.  La stanza di un maschio viene arredata in modo più rigoroso, rispetto alla delicatezza che regna in quella femminile: prima che il bambino mostri il suo comportamento ci si sente in dovere di contrassegnarlo con un colore e un simbolo precisi e prestabiliti, e ciò dimostra che gli individui sono molto più coscienti di quanto ne siano consapevoli, che il sesso non sia determinato un

La maschera dell'uomo nella società

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"Non sono quello che dovrei essere e neanche quello che ho intenzione di essere, però non sono quello che ero prima."  (Erikson) Oggigiorno risulta più difficile essere che apparire, in particolare nelle situazioni pubbliche. Ognuno di noi, anche se inconsciamente, è condizionato dal mondo esterno e deve adattarsi a varie situazioni. La società costruisce una specie di trappola in cui l’individuo non può esprimere il proprio IO, trovandosi in un ambiente costrittivo. Si cerca, così, rifugio in miti irraggiungibili, creando attorno a se un mondo di fantasia, che permette di sognare l’impossibile ed essere una persona diversa da quella che si è. E’ difficile mostrarsi agli altri per quello che siamo, perché nemmeno noi stessi riusciamo a capirlo. La televisione, usando immagini per proporti la realtà, è più propensa ad ingannare i telespettatori mostrando personaggi difficili da raggiungere. Non potendo soddisfare quest’aspirazione immaginaria, l’uomo si accontenta

Raggiungere il benessere combattendo lo stress

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Quanta fretta...ma dove corri? Dove vai?      "Sono in ritardo", "che ore sono?", "è davvero tardi", "non riuscirò mai a fare tutto"... Chi non si trova a pronunciare una di queste frasi almeno una volta al giorno? Nella società di oggi siamo in continua apprensione per il tempo che scorre, con la paura di essere continuamente in ritardo e la conseguente sensazione di essere continuamente sotto pressione. Nel linguaggio comune però, molto spesso, il termine “ stress ” viene utilizzato in modo improprio e confuso con la percezione di uno “stressor”: con il primo si'intende la risposta del nostro organismo allo stimolo stressante, mentre lo stressor definisce una situazione-stimolo qualsiasi che può accedere, sia essa positiva o negativa. La reazione che costituisce lo stress investe tutto l’organismo ed è estremamente utile perché favorisce l’ adattamento della persona agli improvvisi avvenimenti negativi, contri

Chi sono

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Dr.ssa Marianna Martini     Sono nata a Cuneo il 13/08/1991. Sono Psicologa, laureata in Psicologia Cognitivo Applicata presso l'Università degli Studi di Padova con una tesi dal titolo "Percorsi di umanizzazione delle cure agli anziani nei contesti di emergenza-urgenza" ed  iscritta all'Ordine degli Psicologi del Veneto, albo A n 10172. Sono referente del progetto di Telefono Azzurro nelle scuole per il gruppo di Padova, dove svolgiamo laboratori sull'uso consapevole di internet e sul bullismo e volontaria dell'associazione De Leo Fund Onlus, a sostegno dei sopravvissuti alle vittime di morte violenta. Con alcuni validi colleghi ho pubblicato un Ebook dal titolo "Un fiore che sboccia - le basi scientifiche dell'educazione all'affettività e alla sessualità" per combattere l'infondatezza dell'inesistente teoria gender. A novembre 2016 ho pubblicato un capitolo all'interno del libro, a cura di Pietro Piumetti